Crisi internazionali e caro energia: cosa sta succedendo davvero e come difendersi

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In un mondo sempre più interconnesso, i conflitti internazionali non restano confinati ai confini geografici. Le tensioni in Medio Oriente, in Ucraina, nel Mar Rosso e in altri teatri geopolitici non solo scuotono gli equilibri politici, ma incidono direttamente sulle nostre bollette.

Cosa sta succedendo: tra realtà e percezioni

Ogni volta che scoppia una crisi in una zona strategica per il trasporto o l’estrazione di energia (come il gas naturale o il petrolio), i mercati reagiscono. Le materie prime energetiche sono soggette a forti oscillazioni, alimentate tanto da fattori concreti (come l’interruzione delle forniture) quanto da speculazioni finanziarie. In molti casi, non è tanto la scarsità reale del bene a generare aumenti, quanto la paura che possa diventarlo.

Cosa dice ARERA

ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha sottolineato in più occasioni come l’instabilità internazionale stia rendendo i prezzi dell’energia volatili e difficili da prevedere. Dopo una breve fase di calo, stiamo assistendo a una nuova tendenza al rialzo. Le previsioni per i prossimi mesi parlano chiaro: finché ci saranno tensioni nei mercati globali, le bollette saranno esposte a variazioni anche improvvise.

Secondo l’ultimo aggiornamento trimestrale, i costi per la famiglia tipo stanno aumentando a causa del prezzo della materia prima e dell’incidenza delle componenti regolamentate. E anche se l’energia elettrica oggi costa meno rispetto ai picchi del 2022, il rischio di nuove impennate è tutt’altro che archiviato.

Speculazione o necessità?

È una domanda che si pongono in molti. I prezzi salgono perché manca davvero l’energia? O perché alcuni soggetti approfittano del caos globale per trarne vantaggio? La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Certamente ci sono dinamiche speculative nei mercati dell’energia, ma è altrettanto vero che la domanda globale continua a crescere e che le fonti fossili sono sempre più complesse (e costose) da gestire in un contesto di transizione ecologica.

Come possiamo proteggerci

In uno scenario così incerto, l’unica vera arma di difesa è l’autonomia. E mai come oggi, l’autoproduzione energetica attraverso il fotovoltaico rappresenta una scelta strategica.

Installare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa o della propria azienda non è solo un gesto ecologico: è una mossa concreta per stabilizzare i costi nel tempo. Significa:

  • Tagliare la dipendenza da fornitori esterni
  • Ridurre le bollette, anche fino al 90% se l’impianto è ben dimensionato
  • Proteggersi dalle speculazioni del mercato
  • Aumentare il valore dell’immobile
  • Contribuire alla sostenibilità ambientale

E se non si ha la possibilità di acquistare un impianto, oggi esistono soluzioni di noleggio operativo che permettono alle aziende di installare il fotovoltaico senza anticipo, beneficiando comunque dei risparmi fin da subito.

Conclusione

In un’epoca dove il costo dell’energia è diventato un fattore instabile e fuori dal nostro controllo, l’unico modo per sottrarsi davvero a questo meccanismo è produrre da sé la propria energia. Non si tratta più solo di una scelta etica, ma di una necessità economica.

La transizione energetica è in corso. E il fotovoltaico non è il futuro: è il presente.

📊 Dati aggiornati ARERA – Giugno 2025

Secondo ARERA, nel secondo trimestre 2025 il costo dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela è aumentato del 12% rispetto al trimestre precedente. L’aumento è dovuto in particolare a:

  • Incremento del prezzo all’ingrosso dell’energia (PUN), salito a oltre 110 €/MWh, spinto dalle tensioni geopolitiche.
  • Aumento dei costi di dispacciamento e gestione di rete
  • Ritorno graduale di alcune componenti tariffarie sospese durante la crisi 2022-2023.

In parallelo, il gas naturale è in leggera risalita, anche a causa del rischio percepito di interruzioni nei flussi da Paesi extra UE.

🔍 Fonti: ARERA, GME (Gestore Mercati Energetici)


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